lunedì 25 febbraio 2013

Beef and Ale Pie

Di pies ne ho provate tante, un po' in ogni angolo, da qualsiasi baracchino più o meno pulito, nel pub buio sulle rive del Tamigi, nel mercato più chiassoso, negli angolini di Withe Chapel... 

I gusti e le varianti sono infinite: veggie, sheperd, la generica meat...
Oggi vi propongo la mia versione: manzo caldo, fumante, birra chiara, una crosticina leggera, dorata e croccante... ed è subito Londra!

Meglio approfittarne in questi ultimi giorni (spero!) di disgelo per provare il confortevole teporino che produce nella pancia, per godere del vapore che esce dal foro in cima, per gustare i sapori forti della carne marinata nella birra.
Di domenica, davanti ad un camino, con un boccale di birra in mano, l'abbraccio della persona amata e un buon libro sul davanzale... c'è modo migliore per gustarla?


Per due persone che si vogliono bene:
400g (abbondate pure) di carne di manzo scelta
1l di birra chiara
1 cucchiaio di olio evo
1 rotolo di pasta sfoglia
sale
pepe nero in grani
spezie per arrosti (rosmarino, alloro, maggiorana, aglio... a piacere)
un trito fine fine di cipolla, sedano e carota (circa 2 cucchiai colmi)
1/2 cucchiaini di farina


Tagliare la carne in bocconcini piccoli, speziarla e metterla in una ciotola a marinare con la birra fino al giorno dopo. 

Scolare il manzo tenendo da parte il liquido.

Fare un soffrittino con metà del trito (1 cucchiaio) di cipolla-sedano-e-carota in una pentola dal fondo spesso e dai bordi alti e rosolarvi dentro un po' per volta i bocconcini di manzo.

Rosolati i bocconcini aggiungere il succo (birra e liquidi del manzo), coprire a metà con un coperchio e far bollire a fuoco medio basso per circa un'oretta.
Passato questo tempo aggiungere il secondo cucchiaio del trito e continuare a cuocere per un'altra oretta, mescolando ogni tanto con un mestolo.

Per ultimo sciogliere la farina in un bicchiere con uno o due cucchiai di acqua fredda e aggiungerla allo spezzatino, scoperchiare e lasciare restringere il sughetto per 10/15 minuti.

Lasciare intiepidire.

Versare in due cocottine e ricoprire con un disco di pasta sfoglia a cui praticherete un forellino nel mezzo.
Infornare fino a doratura della superficie.

Servire bollente, con una pinta di birra e una mestolata di mashed potatoes.


mercoledì 20 febbraio 2013

French Toasts

E' successo. Me lo sentivo: sono rimasta chiusa dentro al parco della città
Io e il mio cagnetto giallo.
Il parco in questione è grande, per andare da un'entrata all'altra 15 minuti buoni ci vogliono tutti!
Trotterellin trotterellando io e il mio fido (s)cagnozzo ce ne stavamo tornando a casa. Era il tramonto, un cielo terso, un freddo glaciale.
Arriviamo davanti al portone dell'uscita ed era chiuso.
Ma porc...
Presa da un tarletto leggero leggero che forse (forse!) l'orario di chiusura era passato (e da un pezzo) ho fatto di corsa tutta la distanza che mi separava dalle altre uscite.
Non so se vi è mai capitato di girare fra gli alberi all'imbrunire... beh, dire che è terrorizzante è dire poco!
Fiussshhhh fiusshhhhhh il vento tra i rami... il mio cane che andava ad annusare in giro e mi lasciava sola, non c'era un'anima manco a pagarla oro... insomma, una strizza che non sto a dire!
Arrivo al secondo -blindatissimo- cancello e anche quello chiuso "...zzo!"!!!
E dire che se non avessi avuto il cane avrei potuto scavalcare il cancello! Ma mica potevo abbandonarlo così!

Già avevo architettato di chiamare aiuti, di far venire qualcuno armato di scala (per me) e saccone blu dell'Ikea (per metterci dentro il cane)... Ma prima di cominciare a chiamare come una disperata tutti in numeri della rubrica in cerca di aiuuuuuto, mi avvicino alla terza uscita speranzosa.

Quand'ecco che (inizio questa frase come in ogni favola con il lupo cattivo che si rispetti) vedo tre losche figure nere nere stagliarsi contro l'orizzonte... 
Romeo, che doveva fungere da cane da guardia (seeee...nella mia testa!!!) andava annusando e scodinzolando di qua e di là... ero sola... si avvicinano i tipacci e...

con sommo sollievo (sommissimo!) erano in realtà tre vecchietti anche loro chiusi dentro come me!!!
Ci avviciniamo alla porta sigillata, ahimè i pulsanti per chiamare i custodi erano tutti verso l'esterno.
Abbiamo studiato come elettricisti provetti la chiusura centralizzata ed elettronica, quando noto con una punta d'imbarazzo che la porta che in preda al terrore avevo visto come sigillata in realtà era chiusa solo con un bel pezzo di fil di ferro verde.
Però (però) il filo era stato attorcigliato dall'esterno, ma la Santissima Provvidenza aveva già messo in moto le sue conoscenze e proprio mentre capivo che forse bastava solo un passante fortuito... si ferma una macchina lì davanti ed ecco che dopo un paio di aiuuuto aiiiiiuuuuuto riusciamo a liberarci dal Parco del Terrore!

Fortuna che siamo in Italia, dove tutto è fatto un po' così, alla carlona e i parchi blindati vengono chiusi con un filo da giardiniere... una cosa però l'ho capita: da Domenica in poi -giuro- che al Parco ci vado solo di mattina!!!



French Toast:
2/3 fettine di pane in cassetta (per me integrale), dipende dalla loro grandezza
1 ovetto grande
1 cucchiai di latte (se ce lo avete di mandorla tanto meglio!)
1 cucchiaio di zucchero di canna
zucchero a velo
a piacere cannella, vaniglia o scorzette di agrumi per aromatizzare
una noce di burro



Sbattete l'uovo, con il latte, lo zucchero e le spezie. (come una frittata, insomma)
Immergetevi le fette e fatele impregnare bene.
Scaldate per bene un padellino antiaderente e ungetelo con il burro.

Scolate le fette e mettetele nel padellino a dorare, prima da un lato e poi dall'altro.

( Saprete se la padella è ben calda se quando vi appoggiate le fette fanno "cssshhhhhh" )

Servite ben calde con una spolverata di zucchero a velo!



sabato 2 febbraio 2013

PM-Day!

Oggi il post sarà lungo. Un premio fedeltà arriverà in tutte le case delle poverette che riusciranno ad arrivare in fondo ;)

Arrivò il giorno in cui la dirimpettaia mi chiamò al cellulare. 
Non aveva finito lo zucchero.
Non aveva la macchina che non partiva.
Non mi chiedeva di fare la baby sitter nè di tenerle il cane.
No. 
Semplicemente non le veniva la pizza.
Il suo lievito madre non funzionava. 
Non lievitava. 
SOS lievito, quindi!

E così ho spacciato. 
Il mio panetto di PM. 
E poi ho spiegato. 
Le ho svelato quei due trucchi in croce che fanno cambiare tutto.
Le ho messo KO le due ricette che aveva manco fossi l'uomo tigre.

Neanche a farlo apposta oggi è il Pasta Madre Day.
Momento più azzeccato non l'ho mai vissuto!

Punto primo:
La pasta madre.
Un mesetto fa l'ho rifatta. (Per chi si fosse perso dei passaggi la ricetta la riscrivo in fondo con le modifiche attuali)
Solo che questa volta non l'ho abbandonata, non l'ho lasciata a se stessa, no! Con cure e amore è sempre arzilla e felice, pronta a gonfiarsi come si deve!

Il trucco principale è avere una pasta madre attiva, con molti "buchetti" dentro (li vedete dal vetro del barattolo in cui la tenete)
Il secondo trucco è rinfrescare la pasta madre 3-4 ore prima di usarla e poi tenerla a temperatura ambiente.
Il terzo trucco è una lievitazione lentissima in frigo.
L'ultimo trucco fondamentale è non fare mai l'impasto troppo secco. La pagnotta deve essere morbida, cedevole al tatto. Non appiccicosa, ma soffice, quasi come un antistress.

Di qui in poi le varianti sono infinite.

Io ci ho fatto dei pani lunghi e simpatici riempiti di panettone*.


125g di latte ben tiepido
250g di farina 0
125g di pasta madre a temperatura ambiente, rinfrescata da 3-4 ore
panettone*
uvette (a piacere)
olio
1 cucchiaio abbondante di zucchero

Sciogliere il lievito madre nel latte. Aggiungere l'olio, lo zucchero e la farina a pioggia. 
Mescolare bene con le mani e impastare cercando di incamerare aria nell'impasto.
Formare una pagnottina e lasciarla lievitare 24h in frigo coperta da pellicola trasparente. 
Il giorno dopo tirarla fuori dal frigo, lasciarla ambientare alla temperatura ambiente per qualche ora, poi stenderla e fare delle pieghe non schiacciando l'impasto, ma provando a trattenere tutta l'aria incamerata. 
Tagliare dei pezzi di impasto, allungarli e stenderli poco poco con i polpastrelli. mettere all'interno il panettone e richiudere formando una sorta di sigaro.
Spolverare leggermente di farina e coprire con un panno asciutto.
Lasciar lievitare per un paio d'ore al caldo.

Scaldare il forno a 180°, mettervi dentro una ciotola piena d'acqua e poi infornare fino a doratura.
Il tempo è variabile, ma circa 30 minuti per filoncini molto sottili.
Con la presenza di acqua, rimanendo l'impasto umido, ci vuole sempre un po' di più, ma così si garantisce la morbidezza all'interno e una crosticina croccante e invitante fuori.


*Ogni anno benedico questa ditta che manda sempre degli ottimi panettoni in casa mia (sapete che se una cosa mi fa schifo non lo nego), senza richieste di post o pubblicità (al contrario di altri marchi che dicono di mandare un assaggio e poi richiedono il post dietro!) ma quest'anno non sono riuscita a finirli "in tempo" perchè mi sono messa a dieta :) quindi infuria il riciclo attivo, gustoso e tattico delle ultime fettine rimaste (e scampate dalla parentela senza fondo che ogni anno viene a farci visita!)

***

PS: mi è arrivata una carinissima mail da parte di un'amica lettrice che dopo aver letto un mio post e un libro della Littizzetto, comparando le due date aveva pensato al plagio della Litti...

Rosalba mi ha scritto "Ora visto che il tuo post è di giugno 2012 - e il libro della Littizzetto è uscito a Novembre 2012-, 2 sono le cose: O sei Luciana Littizzetto, o la stessa ha plagiato questo post."

(copio e incollo la risposta che le ho dato, c'ho 'na certa età ed è 'na certa ora... ;) )
Anch'io dopo aver letto il commento sono stata colpita dalla somiglianza, se non altro del tema e della battuta (che, dato l'argomento mi era venuta proprio facile facile) poi ho fatto una ricerca su internet ed è venuto fuori che lo stesso pezzo scritto nel libro era in realtà un suo monologo del 2010 (http://tv.excite.it/luciana-littizzetto-e-il-tantum-rosa-V78238.html) e del 2011 (http://www.youtube.com/watch?v=OGMDl70ZKS4
In realtà, non volendo e non sapendo sono io che l'ho scopiazzata :/
Mi ricordo quel post, mi ricordo bene di averlo scritto dopo che mi ero fatta 4 risate con mia mamma e altre sue amiche in cui prendevamo in giro la pubblicità, la battuta se tantum mi da tantum non sapevo assolutamente che fosse già stata fatta dalla Litti, ahimè... e l'amica di mia sorella realmente s'è mangiata gli ovuli vaginali!!! Quindi mi dispiace tantissimo, un sentito grazie per la segnalazione, che, nonostante fosse intesa al contrario, è andata comunque a buon fine, non sapevo assolutamente che anche lei avesse scritto tali cose :) anzi, a dirla tutta, ora mi dispiace di aver postato qualcosa di "poco originale" :) 
E mi sento di fare delle scuse pubbliche a te e alle altre lettrici per questo disguido assolutamente non voluto :)

***
e finalmente la ricetta della PM...

Lievito Madre:
Impastare
100g di farina
50g di acqua
la punta di un cucchiaino di miele (i lieviti si nutrono di zuccheri!)

mettere in un barattolo pulito leggermente unto in fondo con un po' d'olio d'oliva, chiudere con il coperchio e lasciare in dispensa per 48 ore.

Pesare l'impasto, aggiungere lo stesso peso in farina e metà del peso in acqua e impastare.
Aggiugnere un goccio d'olio evo nel fondo del barattolo e rimetterci la nuova pagnottina.

Continuare a "rinfrescare" (questo è il termine corretto per questi passaggi) ogni 48 ore nello stesso modo: aggiungendo lo stesso peso in farina e metà del peso in acqua.
Di volta in volta la massa aumenterà. Potete limitare la quantità buttandone via sempre un pezzo (circa metà) in modo da non dover lavorare con quantità di impasto immense!
Di rinfresco in rinfresco i lieviti diventeranno sempre più attivi e piano piano compariranno delle belle alveolature nell'impasto che lascerete riposare in dispensa.
Dopo circa 10 giorni per me potreste iniziare ad usare il vostro lievito.
Se è bello attivo potete anche lasciarlo in frigo.
Così facendo si può ritardare di 2-3 giorni il rinfresco.
Se lo lasciate in frigo prima di utilizzarlo rinfrescatelo a temperatura ambiente e tenetelo fuori per 4-5 ore in modo che il lieviti si riattivino.

***